Nell’ambito della Biennale dello Spazio Pubblico 2019, 2STUDIO partecipa con un saggio pubblicato all’interno di Diversecity dal titolo “Lo Spazio Negato”, un’analisi sulla trasformazione dello spazio pubblico nell’esperienza dell’abitante post-terremoto. “L’allontanamento dallo spazio pubblico ha come inevitabile conseguenza l’allontanamento dall’interesse comune, l’incapacità di condivisione dello spazio con estranei porta all’incapacità di relazione con il prossimo, di comunicazione e di comprensione verso ciò che differisce dal proprio vissuto. Allo spazio pubblico fisico si è sostituito uno spazio virtuale, piattaforme social che negli anni sono diventate veri e propri palcoscenici per haters contrari a tutto, mossi da un dissenso profondo, per quanto fugace, verso ogni trasformazione o innovazione, e tuttavia privi di un barlume di critica o appiglio culturale alle proprie argomentazioni. Ma nei social, come è noto, si dà poca importanza alla verità e all’approfondimento, poiché conta molto di più l’immediatezza della notizia, la sua capacità di attrarre il lettore con frasi e vocaboli dai toni forti e contundenti. Il contributo pubblico degli utenti di queste piattaforme ha giocato un ruolo fondamentale nell’esasperazione dei timori e delle ansie di una popolazione già terremotata, costruendo e consolidando un clima di diffidenza e ostilità soprattutto nei confronti di ciò che poteva essere inquadrato come diverso rispetto al passato.[…] La ricostruzione dello spazio pubblico deve partire dalla ricomposizione della concittadinanza, del senso di appartenenza alla comunità, nella convinzione che costruire muri che separano dalle paure non ha mai tenuto al sicuro nessuna popolazione, anzi quasi sempre ne ha esacerbato i conflitti. Non c’è una ricetta pronta all’uso, non esiste una soluzione buona per tutto.
Come Bauman, ognuno di noi dovrebbe “emulare i veri poeti e giungere il più vicino possibile a scoprire le ancora occulte possibilità umane; e per fare ciò dobbiamo abbattere i muri dell’ovvio e dello scontato”
E’ possibile leggere il testo completo a questo link: http://www.cittacreative.eu/diverse-city/
2019